Scuola d'Arte Ceramica Romano Ranieri - Deruta - PG -  Perugia
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L'ARTIGIANATO ARTISTICO

LE CERAMICHE DI DERUTA
Questi autentici capolavori raccontano la vita quotidiana dei popoli e i cambiamenti del gusto decorativo, fino a tradurre in Arte una produzione nata per rifornire gli uomini di oggetti di uso comune. A Deruta fin dall'epoca degli etruschi si tramanda l'arte della ceramica. La produzione odierna, si ricongiunge a un'arte iniziata con le preziose ceramiche arcaiche medievali e affermatasi nel rinascimento, quando nobili italiani e stranieri commissionavano alle botteghe artigiane "piatti da pompa" (per occasioni importanti), "piatti a quartieri" (con il bordo decorato a settori), o "coppe amatorie" (con la dama e il putto raffigurati al centro), dagli splendidi effetti iridescenti, dorati e rossastri. Contribuì al successo della produzione derutese anche l'applicazione decorativa ispirata agli affreschi del Perugino e del Pinturicchio. Oggi la ceramica ha avuto uno sviluppo industriale con il sorgere di numerose aziende artigiane ma anche di grandi aziende che fabbricano apparecchiature per la produzione di ceramica. Da tempo è presente nel centro storico di Deruta la Scuola d'Arte Ceramica che ha l'obiettivo di introdurre i propri allievi alle aspirazioni creative con la disciplina, l'apprendimento ed il perfezionamento delle tecniche della ceramica. Sono presenti corsi di Decorazione, Foggiatura, Tecnologia, Restauro, Raku. Con il Museo Regionale della Ceramica presente all'interno dell'ex Convento di San Francesco, numerosi visitatori durante l'anno vengono attirati per gli oggetti d'uso prodotti dal Medioevo fino al secolo scorso come anche il pavimento della Chiesa di San Francesco di Deruta. Si tratta quindi di una tradizione antichissima e di un'Arte famosa da sempre in tutto il mondo.

La lavorazione della ceramica a Deruta è documentata sin dal 1282 anno in cui compare un'annotazione, nel registro della cattedrale di Perugia, che fa riferimento al pagamento di un censo tramite una "soma di vasi" in luogo del denaro. Sempre da antichi documenti, si è accertato che, già nel 1277, le fornaci di Deruta producevano mattoni per il Comune di Perugia. Gli oggetti di questo primo periodo, di stili e tipologie simili a quelle di altri centri, sono destinati all'uso quotidiano e risultano decorati, su smalto di colore grigiastro, con i colori verde rame e bruno manganese. Verso la fine del '300 la tavolozza dei colori si amplia inserendo il blu e il giallo. Dalla metà del Quattrocento, le fornaci derutesi si distinguono per una produzione ricca ed abbondante, dal punto di vista delle forme, realizzate al tornio e dei decori. Caratteristica del periodo è la produzione di piatti da pompa ovvero, oggetti celebrativi realizzati con immagini amorose, di caccia o di guerra, recanti spesso stemmi araldici e descrizioni su cartiglio. Particolare è anche la produzione di albarelli e vasi da farmacia. Sul finire del secolo, compare a Deruta una tipologia denominata "petal back" per la presenza di decorazioni a forma di petali, realizzate sul verso dei piatti, dipinti sul recto
con soggetti ispirati alla pittura rinascimentale. Questo periodo storico è dominato dalla produzione di ceramiche "a lustro", una tecnica di origine medio-orientale, che consiste nell'applicare delle finiture dorate agli oggetti che vengono cotti a "terzo fuoco", a bassa temperatura e in atmost fera riducente. Le produzioni lustrate renderanno famosi gli artigiani di Deruta.
Soggetti mitologici ed allegorici sono tratti dalla scuola pittorica umbra del tempo. Il Rinascimento segna una svolta decisiva nelle forme. L'aspetto decorativo prevale su quello funzionale.
Importanti sono pure i pavimenti, prodotti in questo periodo. Tra questi è da citare il pavimento, datato 1524, rinvenuto, nel 1902, all'interno della chiesa di S.Francesco. Quest'opera, a lungo rimasta senza autore, è stata attribuita a Nicola Francioli detto "Co". Quest'ultimo, è il titolare di una delle 50 botteghe artigiane attive a Deruta tra il 1300 e il 1500. Insieme al "Co" sono da ricordare i Masci, i fratelli Maturanzio, i Lelli i Del Bianco e Giacomo Mancini detto "El Frate", il più famoso di una grande famiglia di ceramisti. Tra la fine del '500 e per tutto il Seicento si afferma lo stile "compendiario" poco attento alle soluzioni formali e allo studio anatomico delle raffigurazioni.
Anche il genere "istoriato" viene realizzato in stile "compendiario".
Testimonianza visibile ne è la raccolta di mattonelle "ex voto" all'interno del Santuario della Madonna dei Bagni. Nel Settecento, le fabbriche diminuiscono di numero ma la produzione continua ad essere molto apprezzata. Documenti dell'archivio comunale ci dicono che, verso la fine del '700, sono attive a Deruta le fornaci di Pasquale Bravetti, Mario Caselli, Giuseppe Cocchi, Bastiano Grazia e Giuseppe Grazia. Lo stile "compendiario", nel secondo Settecento, è ormai decisamente abbandonato per uno stile più colto e formale. Nella seconda metà dell'Ottocento la produzione derutese decade fino a che in città rimangono attive solo 5 fabbriche che producono vasellame ordinario e non più oggetti artistici.
Fattori socio- culturali ed economici incidono negativamente su questo periodo storico. Studi ceramologici e ricerche di amatori e collezionisti, favoriscono la ripresa artistica ed industriale, a partire dalla esposizione a premi organizzata dal Comune di Deruta nel 1872.
Dalla mostra nacque forse la prima idea di costituire un museo dove raccogliere le antiche ceramiche. Grazie all'opera svolta da Francesco Briganti, Angelo Micheletti e quindi da Alpinolo Magnini, nei primi del Novecento, grazie all'avvio di una scuola di disegno per ceramica, la produzione riprese con l'apertura di molte fabbriche, all'interno delle quali lavoravano maestranze specializzate. Attualmente, Deruta conta oltre duecento fabbriche attive, dalle quali esce il 32% dell'intero prodotto ceramico nazionale e che la fanno essere la realtà del settore più importante del Paese e un esempio unico al mondo di una sorta di monoeconomia, con oltre mille addetti.
Mauro Branda - Anna Lisa Piccioni - REGIONE UMBRIA .

LE MAJOLICHE DI GUBBIO, GUALDO, UMBERTIDE
Gubbio è centro rinomato per l'eleganza della maiolica decorata a mano, ma è tra la fine del XV secolo e l'inizio del secolo XVI, in concomitanza con la fiorente attività delle botteghe del celebre lustratore Mastro Giorgio Andreoli e, grazie anche alla sua invenzione del riverbero, che la ceramica eugubina raggiunge livelli altissimi. Dopo il declino produttivo e qualitativo dei secoli XVII e XVIII, sin dal 1920, l'arte della ceramica conosce un rinnovato impulso e, a conferma del notevole interesse rivestito da tale attività nel 1956, viene istituita la Biennale della Ceramica. Prestigiosa è la produzione di Gualdo Tadino, dove gli artigiani realizzano ancora le ceramiche a riflessi a terzofuoco. La produzione di manufatti in ceramica a Gualdo è già in atto, con ogni probabilità nel secolo XIV, ma, esplicitamente, è citata nelle Riformanze eugubine del 1456. La produzione della ceramica, soprattutto di Maiolica Bianca, continua a crescere, ininterrottamente e senza grossi sussulti, per tutto il XVII (quando i ceramisti gualdesi operano anche fuori patria) e durante tutto il secolo XVIII (quando si aprono grandi fabbriche prestigiose) fino a raggiungere altissimi livelli qualitativi di oggi. Da non dimenticare la ceramica artistica di Umbertide, che si contraddistingue per l'applicazione del nero fratta che dà suggestivi riflessi metallici, mentre a Città di Castello sono le decorazioni araldiche e i rilievi a connotare la produzione locale.

L'ARTIGIANATO TESSILE

La lavorazione dei tessuti si pratica in Umbria fin dal XII secolo. Ha subìto l'influenza della tradizione francese e in particolare degli arazzieri di Lilla e di Giacomo Bergierès, che esprimono alcune forme tipiche di Perugia, come i tessuti di alcune Manifatture e la famosa "tovaglia perugina", tessuta a "occhio di pernice", in lino bianco con fasce blu, in uso sacro o profano, riconoscibilissima in alcuni dipinti duecenteschi, conservati nei musei e nelle chiese umbre. La lavorazione di questi tessuti, divenuti nel tempo famosissimi sia in Italia che in tutta Europa, si ispira alla cultura medio-orientale e si esprime con motivi e decorazioni geometriche, figure umane, o animali e frasi augurali. Oggi il revival delle tecniche e dei modelli medievali e rinascimentali, si traduce nella ripresa della tessitura manuale, ci sono ancora artigiani che utilizzano antichissimi telai di legno, rispettando rigorosamente la tradizione nelle tecniche, nel disegno, e nel colore. A Perugia esiste la produzione del tessuto "fiamma di Perugia", a Città di Castello e ad Assisi la ripresa del punto rinascimentale a doppia croce detto "Punto Assisi", nell'Isola Maggiore del Lago Trasimeno e nel laboratorio dell'Ars Panicalensis, il merletto rifiorisce come lavorazione all'uncinetto, denominata "pizzo d'Irlanda" e Orvieto invece si fregia della superba produzione della Ars Wetana, particolare tipo di merletto irlandese, famosissimo in tutto il mondo. Oggi esistono fabbriche che hanno storia secolare e sono presenti sul mercato con una produzione artigianale ricchissima e di gran pregio.

Esistono documenti che consentono di datare tra l'XI e il XII secolo l'inizio di attività tessili in Umbria. Dal secolo XIV al secolo XV ebbero grande rinomanza, non solo in Italia, le "tovaglie perugine", la cui produzione sembra risalire al XIII secolo, caratterizzate da decorazioni geometriche e figurali di animali come grifi, aquile, da un tipico colore, per le parti decorate, turchino, ma anche marrone o rosso. Venivano utilizzate nelle chiese come tovaglie da altare. Possiamo ritrovarle riprodotte con grande fedeltà in molte opere pittoriche, da quelle di Pietro Lorenzetti al Ghirlandaio. Questo tipo di attività decade alla fine del XVI secolo, sopravvivendo solo in alcuni conventi con destinazione prevalente per usi liturgici. La rinascita ha una data precisa: il 1906. Infatti, alla Esposizione nazionale delle "Industrie femminili italiane" a Roma il padiglione dell'Umbria presenta, con grande successo, riproduzioni a precisi disegni delle antiche tele umbre. La ripresa di queste attività vede impegnate le donne dell'aristocrazia colta e progressista, che si fanno promotrici di laboratori per la produzione di tessuti, ricami e merletti. A Perugia si producono gli arazzi a "fiamma" che fino agli anni cinquanta sono stati tra i tessuti decorativi più ricercati e pregiati d'Italia. Si tratta di un tipo di tessuto la cui bellezza è data dalle sfumature create dai colori degradanti. Un altro tipo di lavorazione di tessuti che viene riscoperta in questo periodo è il fondo a "l'occhietto" o "occhio di pernice" che si usava originariamente per le parti bianche delle tovaglie perugine antiche. Si tratta di un motivo geometrico con un particolare effetto a rilievo, adatto per tessuti "pesanti" come arazzi, guide e copritavoli, che alcuni laboratori producono ancora oggi. A Città di Castello l'opificio "Laboratorio tela umbra a mano", attivato dalla baronessa Alice Franchetti Hallgarten, diede vita a produzioni di grande pregio, che ancor oggi, secondo una formula moderna, prosegue un'attività nella produzione di tessuti a mano finemente lavorati nei classici decori umbri. Nel Palazzo Tommasini, sede storica del Laboratorio, è stato da poco allestita la Collezione Tessile di Tela Umbra che consigliamo di visitare. Nelle sale espositive è possibile vedere interessanti pezzi che documentano la storia della tessitura: merletti, pizzi, tovaglie umbre rinascimentali, tappeti e arazzi di produzione attuale. Un'ampia sezione è dedicata agli strumenti tradizionali per la filatura e la tessitura. Nell'area del Lago Trasimeno si segnalano all'inizio del Novecento due interessanti iniziative: a Passignano si apre una scuola laboratorio di ricamo che darà vita al "punto umbro" (antico punto arabo adoperato in ricami spagnoli, italiani e portoghesi), mentre a Isola Maggiore, viene introdotta la produzione di pizzi cosiddetti "irlandesi" di una struttura particolarmente delicata e difficile ma che ben si addiceva alle abili mani delle donne dei pescatori abituate alla tessitura delle reti da pesca. A Panicale possiamo ammirare il ricamo a mano su tulle che vanta apprezzamenti anche a livello internazionale. Si tratta di un’antichissima produzione di ricamo a mano su tulle che segue la tecnica dell’Ars Panicalensis, reintrodotta alla fin e degli anni ’20, grazie ad Anita Belleschi Grifoni. Nacque così una seguitissima scuola che diffuse le particolari tecniche di lavorazione che, tutt’oggi, danno origine ad autentici capolavori per la varietà dei punti usati e la creatività dei disegni realizzati su tovaglie, tende, centri tavola, fazzoletti e veli da sposa. Ad Orvieto si sviluppa il laboratorio della "Ars vetana”, merletti realizzati completamente a mano, che devono la loro preziosità a fili di cotone sottilissimi e a motivi che rielaborano la “Trina d’Irlanda”.

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"Touch of Umbria", il tessile nel cuore d'Italia - Iniziativa editoriale per la promozione delle eccellenze tessili dell'Umbria (5 settembre 2011)

“Touch of Umbria – Il tessile nel cuore d’Italia” presenta le esperienze delle imprese tessili umbre che hanno aderito al sistema di tracciabilità volontario ITF (Italian Textile Fashion) promosso dalle Camere di Commercio Italiane allo scopo di rafforzare e promuovere il comparto della Moda, dal tessile all’abbigliamento, dalla pelletteria alle calzature. L’iniziativa editoriale presentata ufficialmente nel corso di una Conferenza Stampa tenuta dal Presidente della Camera di Commercio di Perugia e di Unioncamere Umbria Giorgio Mencaroni con l’intervento di Sergio Mercuri, Presidente di Promocamera e di Alessandra Vittoria, Direttore Unionfiliere. In questa occasione, inoltre, il Presidente Mencaroni ha lanciato l’idea di promuovere tutte le eccellenze espresse dalla nostra Regione attraverso un marchio identificativo comune che indichi le radici umbre.

Il volume realizzato dalla Camera di Commercio di Perugia e da Unioncamere Umbria, attraverso l’azienda speciale Promocamera, presenta le storie di aziende che con la loro capacità di fare bene, sanno raccontare l’Umbria coniugando tradizione e innovazione, sapienza artigianale e avanzamento tecnologico, con esiti di assoluto valore. Come dire: qualità e raffinatezza, testimonianza di un Umbria di eccellenza, garantita e certificata per quanto riferito al sistema Moda, dal Marchio ITF, sistema di tracciabilità condiviso e trasparente che porta in etichetta ogni informazione sulla vita del capo lavorato, evidenziando con chiarezza le tappe della filiera e l’origine di tutte le singole fasi produttive.

“L’Umbria è una delle regioni italiane più impegnata sul fronte del sistema di tracciabilità TF – ha ricordato Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio di Perugia. Una scelta rivolta alla trasparenza e alla valorizzazione del grande patrimonio di professionalità e artigianalità che caratterizza le imprese umbre. L’etichetta TF è il passaporto del capo finito da cui il consumatore ricava le informazioni per un acquisto consapevole, nella certezza della autenticità del prodotto, della certificazione delle materie prime utilizzate e dei luoghi in cui i vari cicli produttivi si sono effettivamente svolti. Allo stesso tempo l’Etichetta TF offre al produttore l’opportunità di costruire il suo vantaggio competitivo puntando su qualità ed etica”.

Otto le aziende del settore moda che, ognuna con il proprio brand, hanno aderito volontariamente al programma TF e il cui profilo è stato inserito nel volume “Touch of Umbria – Il tessile nel cuore d’Italia”.Sono:
In Maglia di Massimo Nocetti:
Arnaldo Caprai gruppo tessile;
Cruciani di Luca Caprai;
Sterne International di Gianluca Mirabassi;
Cardinalini & C. di Mauro Cardinalini;
Gianangeli srl di Giuseppe Gianangeli;
La Maglia sas di Paola Mela;
Sati Bibò di Sabrina Carbone.
(Vedi volume in Cartella Stampa).

Al Made in Italy, in generale, è riconosciuto ampiamente il merito di sapersi distinguere per creatività e qualità e in questa definizione rientrano a pieno titolo le imprese umbre tracciate TF, a cui è dedicato il volume presentato stamane. “Cosa significa – si è chiesto il Presidente Mencaroni - raccontare l’eccellenza di alcune aziende e della regione in cui operano? A mio avviso, è cercare di “far sfiorare” - da qui il titolo “Touch of Umbria – Il tessile nel cuore d’Italia” - anche attraverso esperienze visive e narrative, un mondo affascinante che si compone di un fitto intreccio di terra, storia, tradizione, radici culturali, appartenenza, lavoro, professionalità, competenza, innovazione, carisma imprenditoriale, con riferimento non ai singoli imprenditori, ma, laddove coinvolta, a tutta la famiglia, creatività e, perché no, capacità di saper cogliere le opportunità offerte dalle Istituzioni, come TF, per promuoversi attraverso l’etica e la trasparenza presso consumatori e buyers”. “Touch of Umbria – Il Tessile nel cuore d’Italia” è una pubblicazione che ha inteso trasmettere la qualità, l’eleganza, la raffinatezza delle produzioni delle aziende tracciate, puntando sull’arguzia dei testi e la suggestione delle immagini fotografiche, in una fusion da cui escono tratteggiati i plus delle imprese e il profilo dei loro “Capitani”. “E ovviamente – ha sottolineato il Presidente Mencaroni – l’alto livello di artigianalità dei prodotti e tante informazioni e riferimenti utili ad entrare in contatto con le aziende. Agli imprenditori ed ai loro staff il merito di non aver esitato a “metterci la faccia”, a farsi vedere non per vanità, ma per rendere personali e personalizzati i rapporti con i potenziali clienti. A ribadire che dietro la moda, che a volte può sembrare effimera, c’è il reale e concreto impegno di persone determinate a fare bene il proprio lavoro. E nel mentre cerchiamo di ricollocare al centro dell’attenzione l’economia reale, questo mi pare un contributo positivo”. Ma la promozione del comparto moda, settore fondante dell’economia regionale, non termina qui, ha annunciato Mencaroni. Camera di Commercio di Perugia e Unioncamere Umbria, dando seguito a questa iniziativa, terranno a breve una manifestazione al Centro Servizi Camerali “Galeazzo Alessi” di via Mazzini a Perugia, che permetterà a tutti di toccare con mano il lavoro di questi imprenditori, di calarsi in un vero e proprio ambiente di lavoro riprodotto con tanto di macchinari e personale all’opera, così da assistere dal vivo alla creazione di un pregiato capo in cashmere o di un merletto artistico. “Anche questo evento sarà curato da Promocamera – ha ricordato il Presidente Sergio Mercuri – e così come per “Touch of Umbria” cercheremo di svelare di fronte agli occhi di tutti questo mondo fatto di mani laboriose, di intelligenze creative, di sensibilità nel gusto e nella scelta di materiali di pregio”. La Dr.ssa Alessandra Vittoria, direttore di Unionfiliere, si è soffermata sulle caratteristiche del sistema ITF per la tracciabilità nel settore moda, ribadendone gli obiettivi che hanno guidato la nascita e lo sviluppo dell’iniziativa. “Le aziende che volontariamente adottano questo sistema – ha detto la Dr.ssa Vittoria – fanno chiarezza sull’ origine delle diverse fasi di lavorazione di un capo in vendita, evitando la confusione talvolta ingenerata sul mercato e nel consumatore da marchi, brand e loghi; certificano, in modo trasparente ed efficace, l’origine delle produzioni, favorendo una naturale distinzione tra quella nazionale e quella d'importazione; creano filiere integrate cliente – fornitore – subfornitore; garantiscono un consumo “critico”, consentendo ai consumatori di acquistare un prodotto di cui conoscono tutta la storia, comunicata chiaramente in un’apposita etichetta, che sancisce la provenienza di ciascuna fase di lavorazione.
 
  . Ileana Borelli Designer - Perugia
sposini tessuti umbri

 

MUSEI E COLLEZIONI
DEL TESSILE

Museo del Tesoro della
Basilica di S. Francesco
e Collezione “ Perkins”
Piazza di S. Francesco
06081 Assisi
Tel. 075 812238

Museo Collezione Tessile
Tela Umbra
Via S. Antonio n.3
06012 Città di Castello
Tel. 075 8559071

Collezione Delle Arti Tessili
Arnaldo Caprai
Via Flaminia Km 148
06037 Foligno
Tel. 0742 39251
Fax 0742 679242
www.caprai.it

Museo Civico di S. Francesco
Via Ringhiera Umbra, 6
06036 Montefalco
Tel. e Fax 0742 379598
www.sistemamuseo.it

Museo del Tulle
“Anita Belleschi Grifoni”
P.zza Regina Margherita, 5/a
06064 Panicale
Tel. 075 8379531

Galleria Nazionale dell’Umbria
Palazzo dei Priori
Corso Vannucci
06120 Perugia
Tel. 075 5741400

Collezione Ricami e merletti
Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation
P.zza Piccinino,9
06120 Perugia
Tel. 075 573775
www.fondazioneranieri.org

Museo del Costume e del tessuto
Palazzo Rosari Spada
Via delle Terme
06049 Spoleto
Tel. e Fax 0743 45940
www.spoletopermusei.it

Collezione Antichi Tessuti Umbri
Amleto Morosini
Via Monterone, 12
06049 Spoleto
Tel. 0743 40773

Museo del Merletto
Via Guglielmi - Isola Maggiore
06069 Tuoro sul Trasimeno -
Tel 075 8254233

 


www.provinciadiperugia.com - L'artigianato tessile e artistico in Umbria