Norcia
è un comune della provincia di Perugia. La
cittadina è posta ad una distanza di 96 Km
dal capoluogo umbro, a circa 600 m slm e al limitare
nord dell'altopiano di Santa Scolastica, un pianoro
di origine tettonica collocato nel cuore dell'Appennino
umbro-marchigiano ed inserito nel comprensorio del
Parco Nazionale dei Monti Sibillini. È inserita
tra i Borghi più belli d'Italia. Dal punto
di vista geografico e naturalistico Norcia è
collocata nel punto di raccordo di due realtà
paesaggistiche assai diverse ma contigue: la Valnerina,
ovvero il comprensorio della stretta valle fluviale
scavata dal fiume Nera e dai suoi affluenti, con le
sue pendici montane scoscese ricoperte di vegetazione
a foglia caduca, e i Monti Sibillini, la zona montuosa
di origine tettonica caratterizzata da vette in grado
di raggiungere e superare i 2000 metri di altezza,
con pendii erbosi o ricoperti da faggete, arrotondati
dalla azione glaciale e eolica, all'interno della
quale si aprono vasti altopiani carsici sfruttati
per il pascolo di bovini e di greggi e ricchi di specie
floreali montane tra le quali l' artemisia, l'anemone,
la genziana e il giglio martagone.
ETIMOLOGIA
Di significato oscuro, deriva dal latino Nursia.
I DINTORNI
I boschi che circondano la valle sono popolati dal
capriolo, dal gatto selvatico e dallo scoiattolo mentre
negli anni passati, grazie ad opere di ripopolamento,
ha potuto fare la sua ricomparsa anche il cinghiale.
Nelle faggete di alta montagna sono segnalati alcuni
piccoli branchi di lupo appenninico, che vivono però
in difficile equilibrio con la presenza umana legata
soprattutto alla pastorizia, ampiamente praticata
nella zona. Rara ma presente l'aquila reale, mentre
sono relativamente frequenti le specie del falco pellegrino,
del picchio rosso e del picchio muraiolo.
Nelle
acque del Lago di Pilato, un piccolo bacino lacustre
dal livello variabile, alimentato dallo scioglimento
nevoso, posto in una conca glaciale in prossimità
della cima del Monte Vettore, vive una specie endemica
di crostaceo: il Chirocefalo del Marchesoni.
L'altopiano
del Castelluccio è costituito da un sistema
di diversi bacini glaciali svuotatisi in era geologica
in seguito ad una serie di sconvolgimenti tettonici.
L'altopiano si sviluppa su una direttiva Nord-Sud
per una lunghezza complessiva di circa 20 km e prende
il nome dal piccolo centro abitato che occupa una
delle sue sommità calcaree marginali. Il Pian
Grande rappresenta l'altopiano di maggiore estensione
( circa 15 km quadrati): ad esso si aggiungono degli
altipiani minori (Pian Piccolo, Pian Perduto, Quarto
San Lorenzo e il Pian dei Pantani). Nella tarda primavera
l'altopiano è teatro di un particolare fenomeno
naturale denominato Fioritura e dovuto appunto alla
fioritura contemporanea di decine di specie floreali
diverse che danno luogo ad un tappeto multicolre che
ricopre tutta la valle.
DA VEDERE
Il patrimonio artistico della cittadina nursina, seppur
ancora cospicuo ed interessante, risente purtroppo
degli eventi sismici, spesso catastrofici, che nel
corso dei secoli hanno inferto ferite gravissime,
distruggendo monumenti importanti e tracce di un passato
remoto che risale all'epoca pre-romana.
Il
fulcro artistico-monumentale della città ruota
certamente intorno alla sua piazza centrale dove,
con una organizzazione di sapore rinascimentale si
concentrano gli edifici simbolo della identità
nursina:
-
La Basilica di San Benedetto la cui costruzione originale,
con la splendida facciata gotica, il rosone e i fregi
dei 4 evangelisti risale al XII secolo. La tradizione
vuole che sia stata costruita sui resti della casa
natale del santo ma più probabilmente nello
stesso luogo sorgeva una basilica di epoca romana
andata successivamente distrutta.
-
il Portico delle Misure, un mercato dei cereali al
coperto, con le misure di capacitá in pietra
ancora ben visibili, edificato a ridosso della basilica
nel 1570.
-
La Castellina, la residenza fortificata sede della
prefettura e dei governatori pontifici, edificata
nel 1554 su disegno del Vignola.
-
La Cattedrale di Santa Maria Argentea, edificata sul
sito occupato da una pieve demolita nel 1554 per far
posto alla Castellina, ospita alcune opere di autori
fiamminghi e un trittico murario del XVI secolo di
Francesco Sparapane.
-
Il Palazzo Comunale, edificio risalente al XIV secolo,
ampiamente ristrutturato nel XIX secolo a causa dei
danneggiamenti riportati negli eventi sismici precedenti.
-
Il monumento a San Benedetto da Norcia eseguito da
Francesco Prinzi in occasione del XIV centenario della
nascita del santo.
Più
decentrato rispetto alla Piazza San Benedetto, ma
sempre di notevole interesse artistico, è il
complesso Monumentale di San Francesco la cui costruzione
risale al XIV secolo e che ospita oggi l'archivio
comunale e la biblioteca civica.
Altro
esempio di facciata gotica che ricalca la struttura
della abbazia patronale è rappresentato dalla
Chiesa di Sant'Agostino, del XIV secolo.
Nei
pressi della Porta Ascolana il Criptoportico ospita
alcuni reperti archeologici rinvenuti in zone diverse
della città ed appartenenti principalmente
alla civiltà sabina.
All'esterno
della cinta muraria sono numerosi i monumenti di un
certo interesse artistico. La Madonna Bianca, nei
pressi della località denominata Forca d'Ancarano,
è una costruzione pregevole risalente al XV
secolo.
In
localitá Campi risulta molto interessante la
parrocchiale di Sant'Andrea, all'interno del centro
abitato con la sua architettura originale e funzionale
e il suggestivo loggiato aereo di pianta triangolare
che la caratterizza.
Sempre
nei pressi della frazione di Campi è da visitare
la pieve di S. Salvatore con i due rosoni e i due
portali di epoche diverse.
A
12 km dal centro abitato, nei pressi della frazione
di Savelli, sono visibili i ruderi della Madonna della
Neve, una elegante costruzione a pianta ottagonale,
edificata su disegni del Bramante, andata pressoché
distrutta nel corso del sisma del 1979 e non ancora
riedificata.
Nei
pressi della frazione di San Pellegrino sorge il convento
di Santa Maria di Montesanto, un edificio del XIV
secolo eretto dai frati Clareni ed affidato via via
nel corso dei secoli a diversi ordini religiosi, sino
all'inizio del secolo scorso, da quando giace abbandonato.
Il convento, in pessimo stato di conservazione, possiede
un pregevole chiostro interno, una chiesa attigua
con alcune tele del XVII secolo ed una statua lignea
di Madonna con bambino risalente al XIV secolo, oggetto
di particolare devozione da parte della popolazione.
MANIFESTAZIONI
- 6 Gennaio: Festa delle Pasquarelle. Rinnovando la
tradizione cristiana della Epifania e in relazione
con altri riti simili che si svolgono nello stesso
giorno dell'anno nel resto d'Europa, i Pasquarellari,
un gruppo di persone al suono di tamburelli e piccoli
strumenti a percussione, vanno di casa in casa dove,
con canti in dialetto nursino (Pasquarelle) viene
annunciata la nascita del Messia.
-
17 Gennaio: Sant'Antonio Abate. Benedizione degli
animali, del sale e del grano con sfilata nelle vie
della città´ e successiva asta delle
agnelle.
-
21 Marzo: San Benedetto. In occasione della festa
del santo fondatore del monachesimo occidentale una
fiaccola, che ha precedentemente viaggiato per diversi
paesi europei, giunge finalmente a Norcia. La fiaccola
simboleggia la diffusione della regola benedettina
in tutti i paesi del continente. Corteo storico in
costume e cerimonia della Offerta del Pallio da parte
dei 27 castelli in cui un tempo era organizzato e
suddiviso il territorio della cittá.
-
Venerdì di Pasqua: Processione del Cristo morto
lungo le strade e a ridosso delle mura della città.
-
30 Aprile: Piantamaggio. Rito ancestrale della fertilitá
e del risveglio primaverile. Un albero di pioppo,
privato della corteccia, adornato di una fronda e
generalmente della bandiera nazionale, viene piantato
nottetempo nella piazza del paese, in un clima di
festa e di grande convivialitá.
-
9 Dicembre: Festa dei Fauni. Nelle campagne circostanti
la città, una volta sopraggiunta la notte,
al suono di organetti e al canto di stornelli in dialetto
nursino, si dà fuoco a delle pire (Fauni) di
ginepro per celebrare la ricorrenza della Madonna
di Loreto. I fuochi, nella tradizione popolare, illuminano
il cammino degli angeli che dalla Terra Santa portano
in salvo a Loreto la casa della Vergine. In realtá
la festa ha origine pagane e si ricollega ai riti
della luce che, al sopraggiungere del solstizio di
inverno, sono comuni in diverse culture europee.
ORIGINI E CENNI STORICI
Tracce di insediamenti umani nella valle risalgono
al Neolitico, mentre è testimoniata con certezza
una presenza umana continuativa a partire dal VIII
secolo a.C. La fondazione della città risale
probabilmente al V secolo, per opera dei Sabini, che
a Norcia, nella zona oggi identificata con il toponimo
di Capo la terra, collocano l'avamposto più
settentrionale del territorio da essi controllato.
Probabilmente il nome Norcia deve essere posto in
relazione con il nome etrusco Northia della dea Fortuna
romana.
La
città è conquistata dai Romani all'inizio
del III secolo a.C, ottiene la cittadinanza romana
nel 268 a.C, venendo aggregata alla tribù Quirina,
ed è alleata di Roma nella guerra contro Cartagine.
Diviene nel II secolo a.c. prima Prefettura e quindi
Municipio nella IV Regione Sabina. Nella guerra civile
che vede Ottaviano contrapposto ad Antonio Norcia
si allea con quest'ultimo e ne condivide la sorte
all'indomani della sconfitta patita ad opera del futuro
primo imperatore. Publio Virgilio Marone cita Norcia
del VII libro dell'Eneide, attribuendogli le origini
di Ufente, alleato del re Turno contro i troiani.
Con l'ascesa al potere dell'imperatore di origini
sabine Vespasiano, nella seconda metà del I
secolo d.C, Norcia, diviene la provincia romana Nursia
Valeria. La sua fama in questo periodo è legata
ai prodotti della campagna, alla rigidità del
clima (che le valse l'epiteto virgiliano di frigida),
e a quella dei suoi figli più illustri (Nursina
duritia), con il generale repubblicano Sertorio in
prima fila e la madre dellimperatore Vespasiano,
Vespasia Polla. Nel 250, la città ospita il
vescovo folignate san Feliciano che la converte al
Cristianesimo e diventa sede di una importante diocesi
già a partire dal IV secolo.
Con
la decadenza dell'Impero Romano d'Occidente e le invasioni
che ne conseguono ad opera delle popolazioni barbariche,
Norcia viene a più riprese saccheggiata e devastata
prima dai Goti e quindi dai Longobardi che nel 572
la sottomettono e la assoggettano poi al Ducato Longobardo
di Spoleto. Proprio in questo periodo, alla fine del
V secolo, Norcia vede la nascita del suo cittadino
più illustre, San Benedetto fondatore del monachesimo
occidentale.
Nonostante
la sua collocazione in una regione montuosa e non
facilmente accessibile la cittadina umbra subisce
ripetuti attacchi da parte di pirati Saraceni all'inizio
del IX secolo.
Durante
l'alto medioevo Norcia attraversa un periodo di profonda
depressione e decadenza economica che la vedono quasi
soccombere sotto il peso di un elevatissimo tasso
di emigrazione e di un alto indice di mortalità,
tanto che nell'890 la città viene abbandonata
dalla popolazione. All'inizio del IX secolo un colonia
di Franchi si stabilisce nella pianura nursina, a
quel tempo pressoché completamente spopolata.
L'agricoltura
autarchica di sopravvivenza caratteristica di questo
periodo storico determina lo sviluppo dell'allevamento
del maiale la cui carne, lavorata e rivenduta ai centri
urbani vicini, diviene un importante mezzo di sostentamento
e di scambio per i contadini della zona, altrimenti
privi di altre risorse fondamentali.
Nel
corso di tutto il Medioevo Norcia è città
guelfa subordinata al dominio papale ma riesce comunque
a costituirsi in libero comune all'inizio del XII
secolo e a vivere un periodo di relativa floridezza
economica. Particolarmente interessante e meritevole
di citazione è il connubio che si instaura
in questo periodo tra la città e la abbazia
benedettina di Sant'Eutizio, collocata nel territorio
della odierna Preci. Connubio che tra l'altro da luogo
alla nascita della cosiddetta Schola Chirurgica nella
quale le conoscenze anatomiche dei monaci si fondono
con le conoscenze empiriche e le pratiche chirurgiche
che gli allevatori nursini sono in grado di svolgere
con successo sui suini. La scuola chirurgica nursina
viene riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa che
autorizza un esiguo gruppo di persone, provenienti
da alcune famiglie locali, a eseguire interventi chirurgici
fino ad ora esclusivamente praticati da religiosi.
Tra
il 1200 e il 1300 Norcia è impegnata in continui
conflitti con le vicine città di Amatrice e
Arquata del Tronto, alleate di Ascoli, che nel 1255
portano Norcia a stipulare il trattato di cessione
dei territori di Arquata del Tronto, Accumoli, Tufo,
Rocchetta e Capodacqua ad Ascoli.
All'inizio
del 1300, Norcia consolida la sua influenza economica
e il suo prestigio politico che la vedono, insieme
con Visso, ricoprire il ruolo di principale centro
urbano nella regione montuosa che la circonda. Vengono
costruite delle mura di difesa ma la vicinanza della
potente Spoleto la costringe ad una conflittualità
costante che alla fine mina irreparabilmente le prospettive
di sviluppo e di potere politico.
Nel
1354 è definitivamente assoggettata alla Chiesa,
ma già nel 1324 a causa di un catastrofico
terremoto che distrugge la maggior parte degli edifici
pubblici e privati provocando numerose vittime, Norcia
subisce un colpo di grazia definitivo alle sue ambizioni
territoriali.
Nel
tardo Rinascimento, i pontefici assegnano a Norcia
la sede di una Prefettura Pontificia con giurisdizione
su gran parte dei territori montuosi circostanti,
posti da una parte e dall´altra del versante
appenninico, consolidano a scopo difensivo la cinta
muraria che a tutt'oggi cinge, pressoché intatta,
l'antico centro abitato e erigono, su disegno del
Vignola, la fortezza detta della Castellina che con
il suo stile sobrio ma elegante, domina la piazza
centrale della città dedicata a san Benedetto.
Nel
corso del XVII secolo Norcia, fortemente vincolata
a Roma da una forte dipendenza politica ed amministrativa,
vive un interessante periodo di vivacità artistica
e culturale, come riflesso allo splendore barocco
che le corti papali inaugurarono sulle rive del Tevere
in quel periodo infatti si intensificano gli scambi
culturali con altre città della penisola e
alcuni artisti di fama giungono a Norcia per dipingervi
alcune opere. Sorge una accademia letteraria, vengono
aperte delle scuole e fondato un teatro e la città
si popola di chiese, conventi e monasteri.
Nel
corso del XVIII secolo la città è nuovamente
sconvolta da una serie di terremoti catastrofici che
ne sconvolgono l'assetto urbanistico. La ricostruzione
che si rende necessaria cancella in gran parte la
personalità medioevale della cittadina umbra
e imposta la struttura tipicamente ottocentesca che
è oggi visibile in gran parte del centro storico.
Norcia,
fortemente e tradizionalmente filo-papale, respinge
dapprima in armi un tentativo di instaurare nella
zona un governo filo-francese nel 1798 ma viene successivamente
inclusa nella Repubblica che sotto il dominio napoleonico,
controlla Italia centrale sino alla Restaurazione,
che ristabilisce il potere pontificio sulla regione.
Il
1859 è teatro di un nuovo devastante terremoto
che, secondo quanto riportato dal sito ufficiale del
comune di Norcia, distrugge 600 edifici sui 676 esistenti.
L'amministrazione pontificia impone da quel momento
delle rigide norme che proibiscono di elevare nella
città edifici oltre i tre piani di altezza
e prescrivono l'impiego di particolari materiali da
costruzione.
Nel
1860, all'indomani dei plebisciti di annessione, Norcia
si unisce al nuovo Regno d'Italia ma con l'avvento
del XX secolo la città vive uno dei momenti
economici più difficili. L'agricoltura tradizionale
non riesce a sostenere la concorrenza delle agriculture
intensive già pre-industriali e le campagne
vivono nuovamente un periodo di forte emigrazione
in diverse direzioni: verso gli Stati Uniti dove,
tra Pennsylvania e Ohio, si stabiliscono colonie numerose
di Nursini e soprattutto verso Roma dove gli esperti
artigiani nell'arte della lavorazione del maiale impiantano
e gestiscono numerose attività commerciali
nel settore, il cui nome, norcineria, è fortemente
evocativo.
Il
fenomeno migratorio prosegue per gran parte del secolo
e porta ad un progressivo spopolamento delle campagne
e delle piccole frazioni che circondano la cittadina.
Negli ultimi mesi del II conflitto mondiale, tra la
fine del 1943 e l'estate del 1944, la cittadina nursina,
unitamente ad altre località limitrofe e al
territorio montuoso che la circonda, diviene teatro
di aspri combattimenti che contrappongono le truppe
tedesche di occupazione alla Brigata Garibaldina Antonio
Gramsci, l'unità partigiana operante nella
zona.
L'ennesimo
terremoto (1979), che provoca il crollo di alcune
cavità sotto l'area cittadina facendo sprofondare
numerose case sotto il loro peso, sconvolge ulteriormente
il territorio e causa seri danni a tutto il patrimonio
artistico e alla gran parte degli edifici privati,
ma il piano di risanamento e di ricostruzione che
prende il via negli anni successivi e si protrae per
tutti gli anni ottanta, seppur tra polemiche politiche
violentissime e denunce alla magistratura per casi
di corruzione e clientelismo, porta ad una rinascita
economica della zona, con l'avvio di una piccola attività
industriale, l'abbandono della attività agricola
di sussistenza e soprattutto con la promozione turistica
alberghiera che diventa preponderante nel bilancio
economico della cittadina.
La
Norcia contemporanea è una città a forte
vocazione turistica per la quale l'emorragia demografica
sembra essersi arrestata. Il territorio assiste ad
una crescita della popolazione ed ad un rinascere
anche delle piccole frazioni, un tempo quasi abbandonate.
Come il resto della regione Norcia è caratterizzata
da una certa immigrazione, dovuta soprattutto a manodopera
straniera richiamata dalla possibilità di lavoro
stagionale offerto dalla industria alimentare e da
quella turistica.
Le
attività tradizionali, legate alla lavorazione
della carne di maiale e della raccolta del tartufo
nero, unite alla bellezza paesaggistica del comprensorio
montano, ne fanno una meta discretamente ambita da
parte di clientela anche internazionale che, soprattutto
in estate, affolla i numerosi alberghi e centri di
ospitalità.